Domenica 22 novembre si è tenuta a Trivero Biella una mezza giornata dedicata alle nuove professioni sul web.
L’evento, durato circa due ore è stato piacevole. Sala piena, atmosfera rilassata e tanti spunti utili nati dalle esperienze di chi vive la rete quotidianamente.
Per me, che non sono Biellese, è stata l’occasione per scoprire Biella ma soprattutto i piccoli paesi che sorgono all’interno dell’Oasi Zegna.
Cosa fare in 24 ore, qui la mia proposta!
Percorso
Siamo partiti da Milano in direzione Biella. Poco più di 100km fra autostrada e superstrada. Arrivati a Biella troviamo una luce spettacolare.
La sosta per fare delle foto è d’obbligo.
Prima di salire in direzione Trivero ci fermiamo a Sandigliano per visitare l’atelier dell’azienda Masala, una bella realtà e soprattutto una bella persona a gestirla.
Parlerò di questa visita in un post a parte.
Arriviamo in serata presso l’agriturismo Orto di Berta ed è come tornare indietro di 50 anni.
Ci attendono Paola e Stanis, una affiatata coppia che ha deciso di cambiare vita, lei naturopata, lui musicista. Ora vivono e lavorano in questo ex opificio del 1700 trasformato in agriturismo, con 4 camere.
Siamo in un paesino a 700 metri da Trivero, fuori non c’è rumore, non c’è luce. Dentro una potente caldaia ci permette di stare quasi in maniche corte in camera calpestando il pavimento scricchiolante perchè plurisecolare.
La nostra camera è protetta da una antica porta di un secolo con una chiave tanto unica quanto grande. Stanis ci ricorda che quella chiave è unica. Persa quella chiave addio porta.
Beh, le sue dimensioni ci aiutano a non perderla! La foto non rende. Parliamo di una chiave importante.
E’ il momento di cenare, Paola ci tiene a dire di non essere una cuoca ma direi che i titoli non servono.
Cuoco è colui che cucina (bene) o chi ha un attestato?
Ai posteri l’ardua sentenza. La mia risposta è comunque la busta 1: Paola è veramente brava.
Andiamo a dormire con a pancia piena e con un silenzio che si direbbe assordante.
Dopo un bel sonno ristoratore i torcetti del mattino, accompagnati da un croissant fatto da un vicinissimo panificio, ci ricordano quanto sono buoni i sapori originali.
Tutto molto buono e a km 0, tranne lo yogurt. non disponibile quel giorno e sostituito con un prodotto industriale.
Dopo il bello della diretta c’è anche l’inconveniente del km 0, W la sincerità si direbbe!
Giusto il tempo di lavarsi i denti (ah quanto strideva il mio spazzolino hitech e connesso con quell’ambiente!) ed è il momento di dare una occhiata a Trivero. Già la conosco ma vale sempre la pena tornarci.
A Trivero sorge la fabbrica di Ermenegildo Zegna. Intorno alla fabbrica, anche una piscina e poco fuori un parco con dei cani…finti.
Sono la perfetta riproduzione di cani con tanto di nome e padrone!
Prima dell’incontro in Fondazione Zegna è tempo di pranzare. Nell’Oasi Zegna non mancano i ristoranti e questa volta ho avuto modo di provare la Alpin Stube. Una specie di presidio trentino in montagna.
Ambiente montanaro come è giusto che sia. Fra un calice (no due) e un ottimo primo è il momento di andare nella sede di Fondazione Zegna dove ci aspetta un pubblico eterogeneo ma con un comune la voglia di saperne di più.