Tutta la vita davanti vs 365 giorni all’alba

Bellissimi film. Non considerateli  “film denuncia” perchè non lo sono (forse lo vorrebbero essere). Il tema della precarietà è trattato come poteva esserlo quello della Naja oltre 20 anni fa. I due “problemi” (precarietà e naja) sono infatti il sottofondo della storia: storia che poi deve essere estremizzata perchè altrimenti risulterebbe di una banalità sconcertante.
La caserma o il call center sono così luoghi dell’incontro (e dello scontro) dove a prescindere dallo status sociale/culturale e dal conto in banca impari a conoscere veramente chi sei scoprendo lati bellissimi e bruttissimi del tuo carattere che pensavi di non avere.
Direi che fra i due film esiste una sola differenza: nel call center scegli di andarci; in caserma (almeno una volta) no: eri obbligato! Sembra poco, ma cambia radicalmente il punto di vista dello spettatore. Provare per credere!

5 commenti

  1. Non so voi e soprattutto non so Runner, ma io preferisco le denunce dal vivo, come i listati a lutto alla partenza della Stramilano…

  2. Si ma qual’era il film? Arancia meccanica? Un mercoledì da leoni? La grande Guerra?Radiofreccia? Mars Attack?

  3. RUNNER non essere superficiale…quale fosse il film non importa…mi stupisci…

  4. Forse non era per un film, d’altronde le uccisioni in Tibet sono realtà e non fantasia (orma raccontate già da anni anche in alcuni film).

  5. Parole sante… 7 anni in Tibet infatti descrive con lucidità quello che è successo nel momento in cui questa storia di sopruso è iniziata.

    Ben vengano quindi questo segnali di coscienza collettiva.

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