E’ uno dei libri più strani (e significativi) che mi sia capitato di leggere.
L’autore del libro è una donna. Si chiama Mary Roach ed è la redattrice scientifica del New York Time Magazine.
Il modo in cui lei (e tanto di cappello anche al traduttore) parla dei cadaveri è assolutamente inedito e inaspettato. C’è forse un po’ di cinismo, c’è una familiarità con questi argomenti e forse c’è anche tanta curiosità. Ma mai banalità e preconcetti.
Non si piange in questo libro e non ci si annoia. Semmai fa ridere e fa molto riflettere. I capitoli hanno come protagonista il corpo inanimato (non la morte, ma i cadaveri quindi ) e come questo sia stato usato dalla scienza per imparare qualcosa in più su di noi e per migliorare gli oggetti con cui interagiamo quotidianamente.
Non dico altro perchè non voglio anticipare nulla. Consiglio caldamente di leggerlo e ribadisco che l’argomento viene trattato in modo non offensivo. Ho trovato in rete numerose recensioni di questa opera. Fra le tante critiche che ho letto, quella in cui mi ritrovo maggiormente paragona questo lavoro ad un film di Tim Burton.
E’ vero!