
Una avventura per chi la corre ma anche per chi assiste.
Parola di chi, al seguito della stampa, ha percorso per 3 giorni 60km raggiungendo cime e percorrendo strade scivolose sotto la pioggia battente.
Ma la gara non sarebbe niente senza la storia di chi la corre.
Questa mattina ne ho ricevuta una che ho deciso di pubblicare subito.
Francis ha 47 anni, sposato, 3 figli ed un nipotino.
All’età di 21 anni in seguito ad un grave incidente sul lavoro ha perso la gamba destra, a pochi centimetri sotto il ginocchio.
Grazie all’attività sportiva reagisce con forza al dramma.
Ha praticato lo sci da discesa, quello nautico, lancio del peso, del giavellotto e del disco.
Ma la gara non sarebbe niente senza la storia di chi la corre.
Questa mattina ne ho ricevuta una che ho deciso di pubblicare subito.
Francis ha 47 anni, sposato, 3 figli ed un nipotino.
All’età di 21 anni in seguito ad un grave incidente sul lavoro ha perso la gamba destra, a pochi centimetri sotto il ginocchio.
Grazie all’attività sportiva reagisce con forza al dramma.
Ha praticato lo sci da discesa, quello nautico, lancio del peso, del giavellotto e del disco.
2 anni fa un suo carissimo amico si iscrive al Tor des Géants e in quella occasione torna a solcare i sentieri di montagna per andare a fare il tifo.
E’ la scintilla
Si interessa al trekking, poi un giorno il desiderio di provare le emozioni dei giganti, dei trailers sulle montagne, quelle montagne che ha tanto frequentato da bambino.
E’ la scintilla
Si interessa al trekking, poi un giorno il desiderio di provare le emozioni dei giganti, dei trailers sulle montagne, quelle montagne che ha tanto frequentato da bambino.
Decide così di lanciarsi in un progetto sportivo-sociale, fare trekking in maniera assidua e iscriversi all’endurance trail più duro al mondo
Lo fa per sè stesso ma anche per gli altri disabili.
L’iscrizione al Tor però non viene accettata dall’organizzazione.
Quello che so è che dopo la morte di un atleta due anni (la stessa edizione a cui partecipai anche io come blogger) l’organizzazione è molto più rigida e pur prevedendo la partecipazione di atleti con disabilità si riserva la facoltà di respingere l’iscrizione di alcuni atleti.
Nell’attesa di conoscere la versione dei fatti da parte dell’organizzazione del Tor, la volontà e il coraggio di una persona non impedisce di proseguire il proprio sogno.
Lo fa per sè stesso ma anche per gli altri disabili.
L’iscrizione al Tor però non viene accettata dall’organizzazione.
Quello che so è che dopo la morte di un atleta due anni (la stessa edizione a cui partecipai anche io come blogger) l’organizzazione è molto più rigida e pur prevedendo la partecipazione di atleti con disabilità si riserva la facoltà di respingere l’iscrizione di alcuni atleti.
Nell’attesa di conoscere la versione dei fatti da parte dell’organizzazione del Tor, la volontà e il coraggio di una persona non impedisce di proseguire il proprio sogno.
Francis ha dunque deciso che comunque il suo Tor lo fa lo stesso, da Ollomont a Courmayeur, 50 km.
La partenza avverrà al passaggio del primo concorrente alla base vita di Ollomont e l’arrivo sarà con l’ultimo concorrente. Tutto in completa autonomia e in compagnia di una scorta tecnica e di supporter.
Potete trovare maggiori info sul suo blog www.gambainspalla.altervista.org, li c’è tutto, dalla sua storia, il sogno, le foto, i link ai social, la rassegna stampa e la sua campagna per sensibilizzare tutti (a partire dall’organizzazione del Tor) sulla possibilità di partecipare anche da parte di chi ha delle difficoltà.
Più corro più sono convinto che queste gare (a partire dal Tor) hanno il delicato compito di mettere alla prova le persone e di aiutarle a crescere.
L’esperienza di queste persone poi può essere di esempio per tanti altri.
La partenza avverrà al passaggio del primo concorrente alla base vita di Ollomont e l’arrivo sarà con l’ultimo concorrente. Tutto in completa autonomia e in compagnia di una scorta tecnica e di supporter.
Potete trovare maggiori info sul suo blog www.gambainspalla.altervista.org, li c’è tutto, dalla sua storia, il sogno, le foto, i link ai social, la rassegna stampa e la sua campagna per sensibilizzare tutti (a partire dall’organizzazione del Tor) sulla possibilità di partecipare anche da parte di chi ha delle difficoltà.
Più corro più sono convinto che queste gare (a partire dal Tor) hanno il delicato compito di mettere alla prova le persone e di aiutarle a crescere.
L’esperienza di queste persone poi può essere di esempio per tanti altri.