Il metodo Ian Fleming

ian fleming

Non che sia un modello da seguire ma la figura di Ian Fleming è sicuramente interessante.
Una esistenza vissuta all’insegna dell’autodistruzione, un rapporto conflittuale con la figura femminile e un figlio, l’unico, morto di overdose.

Tuttavia Fleming è noto per essere lo scrittore che più di altri ha cercato di creare un legame indissolubile con il personaggio principale dei propri romanzi: James Bond.

Oggi di Fleming restano gli aspetti più glamour, ossia che viveva in Jamaica in una tenuta a cui aveva dato un nome e che amava fare sport come lo sci e la pesca subacquea.
Come ha chiamato la sua tenuta? Goldeneye, come il libro e come il film

Oggi lo definiremmo un mobile worker, si portava per due mesi l’anno in Jamaica la propria macchina da scrivere e carburando con superalcolici e sigarette e taaac il romanzo era fatto.
E’ stato anche un viaggiatore: in gioventù, per colpa di un carattere non proprio da gentleman era stato mandato in Austria e Germania dalla madre e li ha imparato il tedesco.
Lingua che a ridosso della Seconda Guerra Mondiale tornava sicuramente utile se volevi fare carriera nello spionaggio.
Ah, sembra che sia stato raccomandato da Winston Churcill, aristocratico come lui. 

Quello che però ha attirato la mia attenzione su questo personaggio è che in mezzo a tanto “cazzeggio” fatto di vizi e di sregolatezza, Ian Fleming avesse un metodo di ferro per scrivere.

Questo metodo, evidentemente ha funzionato perché ha permesso ai viveur inglese di sfornare un buon numero di romanzi prima di lasciare questo mondo.

Eccolo:

  • nuotata mattutina nel mare dei Caraibi 
  • colazione con la moglie
  • alle 9 si chiudeva in una delle stanze della sua tenuta per lavorare ininterrottamente per tre ore producendo circa 2000 parole al giorno
  • A mezzogiorno finiva, tornava in spiaggia con la moglie per prendere un po’ di sole e nuotare prima di pranzo.
  • riposino di una o due ore dopo pranzo.
  • alle 5 riprendeva il suo lavoro rileggendo quanto aveva scritto nelle prime tre ore e facendo le correzioni
  • alle 6:30 era pronto per il suo promo drink.

La leggenda vuole che con questo metodo in 6 settimane Fleming abbia concluso il suo primo romanzo:“Casino Royale” in 6 settimane.

Considerazioni sparse

La routine su una persona così sregolata (almeno in apparenza) ha permesso di concludere il progetto superando i momenti no che avrebbero potuto bloccare la sua attività.

Oggi avere una routine e poterla rispettare è un lusso. Siamo continuamente interrotti da mille agenti esterni, alcuni importanti, altri inutili e altri che non possiamo ignorare.
La maggior parte di noi fa lavori connessi, cioè in diretta relazione con altre persone: clienti, capi, fornitori e ignorare questa rete a prescindere è oggi semplicemente impossibile.
Non ultimo: avere una famiglia comporta un impegno costante, l’alternativa è l’egoismo e l’egocentrismo. 

Resta però l’esempio e la lezione a cui ispirarsi: anche il più sregolato lavoratore creativo può diventare una macchina di produttività se si focalizza su un solo task alla volta e si forza a seguire una routine.

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