Il ruolo della content strategy nel 2025

Perché serve (davvero) una Content Strategy?

Non basta più pubblicare contenuti: serve una strategia.

Una content strategy non è un calendario editoriale: è un’azione che detta cosa dire, a chi dirlo, come farlo e perché.

Che cos’è una Content Strategy nel dettaglio?

È il processo che consente di:

  • definire obiettivi concreti e misurabili;
  • strutturare i contenuti in modo coerente;
  • coordinare figure e reparti aziendali;
  • produrre contenuti utili, pertinenti e sostenibili nel tempo.

I benefici tangibili

Una buona strategia porta:

  • traffico qualificato, con minor tasso di abbandono;
  • lead migliori, grazie a contenuti più rilevanti;
  • riduzione dei costi, creando asset informativi durevoli;
  • allineamento interno, tra marketing, vendite e customer care;
  • resilienza algoritmica, meno dipendenza da logiche esterne.

Gli elementi fondamentali

Una content strategy efficace parte da:

  • conoscenza approfondita del pubblico;
  • definizione chiara degli obiettivi aziendali;
  • scelta ragionata di formati, canali e tone of voice;
  • una mappatura semantica dei topic;
  • storytelling coerente e misurabile.

Le 4 fasi operative

  1. Audit: analizzare l’esistente con criteri oggettivi.
  2. Coordinate strategiche: definire cosa produrre e perché.
  3. Piano editoriale: collegare strategia e contenuti operativi.
  4. Content curation: aggiornare o rimuovere contenuti non più utili.

👉 Una content strategy non insomma il cuore del marketing digitale.

Per esempio nel caso di Click Academy la content strategy verte sul concetto di imparare un mestiere.

Se vuoi saperne di più ti suggerisco il mio ultimo post sulle novità dai social media


News social maggio – giugno 2025

News social maggio Instagram: automazione e AI

Instagram ha introdotto il cross-posting automatico su Threads per le immagini, semplificando il lavoro di chi gestisce più piattaforme.

Inoltre, l’app Edits si arricchisce di strumenti AI: ritaglio intelligente, animazione immagini e collaborazione in tempo reale.

TikTok: l’invasione dei long form

TikTok testa video lunghi fino a 60 minuti: un chiaro segnale di apertura verso formati più approfonditi, potenzialmente ideali per tutorial, corsi brevi e contenuti educativi.

News social maggio X : più controllo sulle conversazioni

In fase di test il sistema up/downvote sui commenti, che punta a migliorare la qualità delle discussioni. Cresce anche il focus sulla privacy delle chat.

News social maggio – LinkedIn: più trasparenza nel recruiting

Nasce la Job Ad Library, uno strumento per consultare le offerte di lavoro in modo più chiaro e verificabile. Un passo verso un mercato più meritocratico.

Trend globali da tenere d’occhio

  • Sperimentazione visiva: i contenuti non devono più essere “perfetti”, ma autentici e d’impatto.
  • AI al centro dei contenuti: il 69% dei marketer usa AI per la produzione creativa.
  • Social Listening: il monitoraggio attivo delle conversazioni guida le strategie più efficaci.
  • Micro-viralità: meno viralità di massa, più attenzione ai trend “di nicchia”.


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#oraziowhiteinstabook: il mio libro su Instagram

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Con questo tweet comincia oggi un nuovo progetto basato totalmente su Twitter.
Un libro dedicato ad Instagram, gratuito e costantemente aggiornato.
Anziché proporlo integralmente, ho deciso di farvelo leggere in pillole così non vi annoiate 🙂
Basta seguire il mio  profilo @oraziospoto e cercare il tag #oraziowhiteinstabook.
Il libro sarà disponibile solo sul mio account Twitter.
Dopo decine di corsi sia a scopo divulgativo che professionale la mia conoscenza di Instagram spero sia ormai comprovata.
Mi considero essenzialmente un grande appassionato di questo social network.

Sono inoltre il segretario e fra i fondatori dell’Associazione instagramers italia.   Schermata 2014-08-18 alle 11.30.01

 

 

 

 

Vi spiego perché ho scelto di condividere un libro su Twitter e gratuitamente
a) perché  cerco l’interazione, mi piacerebbe ricevere domande, osservazioni.
Alla fine sarà un libro ma soprattutto è un momento di condivisione. Almeno questa è l’idea!

b) perché  Instagram, come tutti i social network, è un media in costante aggiornamento e il valore formativo di un libro su questo social network rischia di essere piuttosto basso se slegato dalla quotidianità
Meglio puntare a soluzioni editoriali più innovative e sperimentali.

c) perché  Twitter è il miglior canale per attività del genere, Instagram privilegia le immagini e non il testo, Facebook non gestisce correttamente gli hashtag e Google plus…beh ancora non l’ho inquadrato correttamente.

lavare i capi in viaggio

Coloro che amano viaggiare leggeri tendono a lavare i propri capi mentre sono in viaggio.
Per questo è fondamentale che tutti i capi siano a rapida asciugatura e con un tessuto o trattamento antipiega.
Ed è per questo che io per primo, sconsiglio di portare jeans, che si asciugano in ere geologiche e che oltretutto sono anche pesanti.

Ma non sono solo io a dirlo. La rete pullula di suggerimenti su come lavare i capi e come asciugarli più velocemente.

Vediamo qualche esempio:

Qui troviamo un consiglio di Hobo Traveler su come asciugare più velocemente i vestiti, ingegnoso.

 

Qui invece Brent Hodgson addirittura suggerisce una asciugatura “a piedi”

 

Ancora Hobo Traveler in questo video ci ricorda che con un ventilatore i panni si asciugano più velocemente. E grazie aggiungerei!

 

Qui invece abbiamo un prodotto specifico per il lavaggio a mano del viaggiatore. Si chiama Scrubba. Devo dire che il prodotto mi piace parecchio. Non escludo un acquisto nelle prossime settimane.

Se invece siete alla ricerca di soluzioni più economiche eccovi una comoda guida su come lavare i vostri panni in viaggio quando siete in hotel

Infine se siete dei veri guerrieri della strada potete usare un sacchetto salvaspazio come quelli della Ziploc e lavare i vostri panni per strada come ci spiega Karol Gajda.

https://www.youtube.com/watch?v=UBmxqbHsVl8

 

Oppure potete portare i vostri capi in una tintoria o affidarvi ai servizi dell’albergo. Soluzione quest’ultima più pratica ma piuttosto cara e soprattutto vincolante, non è detto che nella vostra destinazione di viaggio ci sia una lavanderia a portata di mano.

 

Bullfrog il barbiere per hipster in Milano

Il ritorno della barba, il ritorno della cura per il proprio look, il rilancio di alcuni prodotti storici, è tutto avvenuto in pochi anni.
Protagonisti di questo cambiamento sono i barbieri che hanno saputo reinventarsi cavalcando una certa tendenza “hipster” che guarda al passato, in particolare agli anni ’30 e 40′.

Insieme ai barbieri un ecosistema di aziende che producono capi di abbigliamento, case editrici e ovviamente prodotti per la cura personale.

Solo per darvi qualche suggerimento: le bretelle che ritornano di moda, dopobarba storici come lo spagnolo Floïd e  il libro Barber couture
Capitale mondiale indiscussa di questa nuova rivoluzione è Londra.

I barbieri diventano boutique che propongono prodotti con etichette vintage che strizzano l’occhio agli anni ’30 e ’40.
In Italia, questo modello mi sembra faccia fatica a partire.

Abbiamo prodotti importanti (mi viene in mente Proraso) e barberie storiche. Alcune sono addirittura patrimonio dell’Unesco ma produttori e barbieri non collaborano se non per la fornitura di prodotti.
Ne’ i barbieri diventano brand. Per il momento tutti quelli che conoscono sono “solo” degli artigiani, il più delle volte bravissimi, ma non “firmano” le loro opere.

Fino a quando non sarò smentito, credo che una eccezione si fatta da Bullfrog, un barbiere di Milano, il cui primo punto è stato aperto nella zona trendy dell’Isola e che ha recentemente aperto un nuovo punto vendita nella centralissima Piazza Cordusio.

Ero pronto ad andarli a trovare, poi un impegno di lavoro me lo ha impedito.
Tuttavia ho chiesto a Carlo Giardina di fare qualche domanda e fare qualche foto al mio posto.

Le domande sono state fatte al titolare del negozio, Romano Brida, catanese trapiantato a Milano.
Qualche domanda a cavallo fra viaggi e tendenze scoprendo che Catania, patria dei barbieri con i baffetti alla Clark Gable, si merita un posto d’onore fra le capitali europee del barba e capelli.

D: Cosa ti porti quando sei in viaggio?
R: spazzola per la barba, pettine di legno e un balsamo.

D: Quale è il taglio più richiesto?
R: Executive contour: un taglio degli anni 30, riconoscibile per la riga di lato e il ciuffo.
Si tratta di un taglio che può vivere in mille modi. E’ apprezzato da manager in giacca e cravatta (magari supertatuati sotto la camicia), dai ragazzi, dai creativi. Insomma, un taglio per tutti che può essere gestito in diverse maniere a partire dalla sfumatura.

D: il cliente più strano?
R: il prossimo

D: Avete clienti stranieri?
R: si, tanti vengono appositamente da noi Abbiamo un modello di servizio all’inglese e l’inglese lo parliamo. Se quindi arriva un turista e ci chiede in inglese un taglio executive contour lo capiamo e sappiamo come servirlo.

D: facciamo un gioco: il vostro miglior cliente si trasferisce per 6 mesi a Londra, poi a Berlino, a parigi e infine a madrid. Non tornerà in italia per un pezzo: dove gli consigliate di andarsi a tagliare i capelli?
R: A Londra lo manderei senza dubbio da: Murdoch – Bullfrog è molto vicino al suo stile
Berlino: mmh ci sono molti barbieri tradizionali tutti da scoprire.
Parigi: anche a Parigi ci vorrebbe Bullfrog. Non esistono realtà interessanti da segnalare e anzi c’è una buona opportunità di crescita per i barbieri.
Madrid: bisognerebbe cercare qualche barbiere sulla Gran Via. Come in Francia e forse anche di più, li  c’è un bel business.
Gli spagnoli sono molto simili agli italiani con il vantaggio che la clientela è mediamente più giovane. La storia del barbiere

 

 

Bullfrog è un brand del gruppo Percassi

#adamellopedala – repost

Re-post di quanto già pubblicato sul sito Instagramers Italia.
Gli instagramers saranno testimoni di una grande impresa: una passeggiata collettiva di oltre 2000 ciclisti che sfideranno se stessi su due dei passi più noti e temuti da coloro che praticano questo sport: il passo Gavia e il passo del Mortirolo.

Si tratta di un appuntamento, alla sua prima edizione, che ha l’obiettivo di avvicinare i ciclisti appassionati a queste due vette mettendo a disposizione per due giorni, il 3 e 4 agosto ben 4 percorsi  chiudendoli al passaggio di veicoli motorizzati dalla prima mattina fino a metà pomeriggio.
Gli igers, insieme a tre blogger, saranno ospiti di Adamello Ski, delle Province di Sondrio e Brescia e avranno la possibilità di documentare l’impresa dei ciclisti.
L’evento si chiama RhxDue Contador. Alberto Contador è il testimonial di questo evento e infatti sarà presente durante la due giorni. Contador è un nome noto ai ciclisti. Per chi non lo conosce, possiamo dire che è uno dei cinque corridori ad avere vinto la tripla corona, ossia tutti e tre i grandi Giri  (Tour de France, Giro d’Italia e la Vuelta in Spagna).

Orazio Spoto in rappresentanza di @igers_lombardia  e Andrea Lasagna di @igerscycling scopriranno le vette e il territorio ammirandone le bellezze naturali ma anche quelle culturali. Basterà seguire il loro viaggio con il tag #adamellopedala. Il tag sarà utilizzato non solo da loro ma da tutti coloro che parteciperanno alla salita e in maniera ancora più estesa da tutti coloro che vorranno documentare la propria scalata anche in senso figurato.

Partner tecnologico degli Instagramers sarà ancora una volta Epson Italia. Due multifunzione Epson Expression XP750 saranno posizionati sulle vette e regaleranno ai primi 1000 ciclisti una stampa della propria impresa.
Epson Italia si occuperà poi di stampare le migliori foto con tag #adamellopedala.Queste foto saranno poi esposte e diventeranno una mostra permanente in quota per ricordare questo evento.

C’è tempo fino al 15 agosto. L’autore della foto più bella riceverà inoltre una sorpresa da parte di Zerorh+.

Aziende che ci piacciono: Swims

swims

 

Il vero smarttraveller preferisce capi tecnici e multifunzione per portare un solo capo anziché due.
Parlando di capi e accessori tecnici penso alla Swims

La storia

L’azienda è nata in Norvegia. Il prodotto di punta sono le galosce (o calosce, se volte saperne di più andate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Caloscia)  a cui poi si sono aggiunte calzature dallo stile classico ma waterproof.

Il suo fondatore usava le galosce prima nel suo paese natale, poi a Parigi, dove ricorda, veniva spesso preso in giro perchè usava le Converse Chuck Taylor’s (il modello più noto) con le galoscie e infine a New York.
Città bellissima ma con inverni molto rigidi costituiti da venti gelidi e pioggia battente.

Come spesso accade, quando si è alla ricerca di qualcosa che non esiste, si decide di farsela.
Così è stato e così è nata Swims, che aveva come obiettivo il rilancio delle galoscie.
Oggi
L’accessorio piace, basti pensare che Armani ha scelto Swims per una collaborazione avviata nel 2012.
Altro riconoscimento è arrivata dalla blasonatissima John Lobb
Pur avendo una storia piuttosto recente, Swims oggi è una azienda che è passata dalla produzione delle galoscie alla realizzazione di calzature dallo stile classico o hipster realizzate in tessuti idrorepellenti.
Evoluzione oggi estesa agli accessori come borse, ombrelli e ai capispalla.

 

 

Icebreaker vs Quatha

Icebreaker e Quatha sono due aziende con sede rispettivamente in Nuova Zelanda e Australia. Trattano la lana merino e la rendono più leggera rispetto alla lana tradizionale.

Si tratta di due aziende sicuramente cool (visitate i loro siti per rendervene conto di persona, va detto che il sito della Icebreaker risulta aggiornato mentre quello della Quatha non è momento disponibile nè vedo informazioni utili sui social network).

I capi in lana merino sono traspiranti, antiodore, non hanno bisogno di essere stirati e si asciugano rapidamente. Rappresentano certamente la mia scelta quando sono in viaggio e non solo.

Le magliette in tessuto sintetico non hanno bisogno di essere stirate e si asciugano rapidamente ma non sono antiodore. Molto spesso, anzi, è veramente difficile tenerle una giornata intera. Questo, ovviamente, facendo i vari distinguo del caso.

Avendo acquistato un capo della Quatha e uno della Icebreaker ho avuto modo di vedere delle differenze fra i due capi.

Andiamo nel dettaglio
Quatha (da non confondersi con il brand di Decathlon) ha brand, payoff (Wool to Skin) e taglia direttamente stampata sul tessuto e ha una Q all’altezza della scapola.
Resta al suo interno una linguetta piuttosto lunga con le istruzioni di lavaggio e la composizione: 100% australian merino wool. Il capo che ho io pur essendo molto leggero risulta piuttosto difficile da portare ad agosto visto che la lana si sente in maniera distinta sul corpo.

Il capo della Icebreaker riporta anch’esso tutte le caratteristiche stampate su tessuto. Questo risulta più leggero rispetto al capo Quatha. Ma addosso si sente subito, eccome.

Considerazioni
Icebreaker risulta più adatto all’utilizzo in paesi caldi e gestisce meglio la traspirazione. Ho usato questo capo sulla vetta del Gavia a 2600 metri e in piena Pianura Padana. Altrettanto non posso dire per il capo Quatha. Ottimo per una passeggiata in montagna ma sconsigliato per una camminata in città ad Agosto.

 

Portacomputer low cost

Se avete un ultrabook o un iPad potete utilizzare una economicissima busta imbottita. Il peso è veramente basso e le bolle d’aria permettono di proteggere i vostri preziosi gadget.

 


La packing list di Leonardo e Veronica

packinglist

Leonardo e Veronica hanno creato il sito www.lifeintravel.it, sicuramente un punto di riferimento per quanti amano viaggiare in bici. Ho passato con loro due giorni spettacolari in Val Tonale per la Rhxdue Contador e ho scoperto che hanno fatto un viaggio lunghissimo in Scandinavia. La domanda successiva è stata tanto naturale quanto ovvia: mi dareste la vostra packing list? Eccola:

Bici e dintorni:
• Due MTB Viner con ammortizzatore anteriore
• Due portapacchi posteriori
• Quattro borse posteriori Crosso Expert + Borsello Crosso + due Drybag Crosso da 50l per tenda/saccoapelo…
• Due borse da manubrio Topeak e Zixtro
• Luce posteriore rossa per gallerie

Tecnologia:
• Due macchine fotografiche reflex (Nikon D90 e Canon 60D) e 3 obiettivi
• Scatto remoto per lunghe esposizioni con le reflex (inutilizzato viste le 24h di luce)
• Compatta Sony DSC-RX100
• Due Action cameras Sony HDR-AS15 e Contour Roam
• Notebook Ideapad Lenovo S300
• Tablet Mediacom 7”
• Pannello solare 20V
• Smartphone Sony e LG
• Cavi, supporti e caricatori vari
• Un cavalletto ed una testa per macchina fotografica
• GPS garmin Edge 705 con mappe openstreetmap della Norvegia
• Trombetta in acciaio per spaventare le pecore
• Block notes con penna e matita per casi estremi

Vestiario:
• Due paia di scarpe da trekking per pedalare
• Due paia di sandali per la sera
• Due t-shirt a testa
• Due completi da bici a testa
• Due paia pantaloncini corti a testa
• Un paio di pantaloni da bici lunghi
• Un paio di gambali
• Una maglia da bici maniche lunghe a testa
• Un paio di pantaloni lunghi pesanti a testa
• Una felpa in pile a testa
• Una giacca antipioggia a testa
• Una decina di paia di calzini da bici
• Due paia di calze pesanti a testa
• Un paio di guanti a testa
• Un paio di guantini a testa
• Due/tre paia di mutande a testa
• Tre canottiere tecniche
• Due berretti
• Due caschi
• Una camicia maniche corte sintetica
• Costume da bagno

Materiale per la bici
• Quattro camere d’aria di scorta
• Set pezze e mastice per riparare forature (fortunatamente inutilizzato)
• Una pompa portatile
• Quattro borracce
• Un kit per riparazione con smagliacatena, brugole…
• Fascette in plastica multiuso
• Olio
• Chiavi inglesi per tirare i pedali ed i bulloni dei portapacchi

Materiale da campeggio
• Due materassini autogonfianti Meru e Mckinley
• Due saccoapelo McKinley e MountainDesign
• Tenda Ferrino
• Fornelletto con bombole (2) a gas
• Set di tre pentole per cucinare
• Set per due di posate
• Coltellino svizzero
• Due frontalini Petzl

In generale oltre a questo trasportavamo il cibo per mezzogiorno (biscotti, pane e nutella/marmellata o affettati), qualcosa per la sera ed una bottiglia di acqua da 1litro e mezzo per sicurezza